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Un decalogo di consigli per ridurre l'esposizione a campi elettromagnetici presentato all'Università di Bari

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Pubblicato da Davide Maria Palio in Ambienti di vita · 8 Luglio 2017
Tags: decalogoSIMA
Un decalogo dal titolo “Elettrosmog. 10 consigli utili per ridurre l’esposizione all’inquinamento elettromagnetico" è stato presentato recentemente dalla Società Italiana di Medicina Ambientale Onlus (Sima) e ha avuto un'ampia copertura mediatica. La presentazione è avvenuta il 20 Giugno 2017 presso il Politecnico di Bari alla presenza di Raniero Guerra, Direttore Generale Prevenzione del Ministero della Salute e altre figure istituzionali [1].

E' positivo che anche nel nostro paese si cominci timidamente a parlare in sedi istituzionali dell'argomento e di approcci precauzionali, su cui la popolazione generale è stata finora tenuta all'oscuro. Tuttavia, le informazioni precauzionali rilasciate nella nota della conferenza stampa diffusa da ADN Kronos [2] e nel decalogo stesso appaiono insufficienti, in diversi aspetti grossolanamente inadeguate e non in linea con l'attuale conoscenza scientifica. Per motivi di sintesi e di brevità, accenno di seguito solo alcuni commenti, per offrire spunti di approfondimento personale a chiunque interessato.

<<I campi elettromagnetici (Cem) - spiegano gli esperti Sima - sono presenti ovunque nell’ambiente e sono generati da sorgenti naturali e artificiali.>>
C'e' una marcata differenza tra campi elettromagnetici naturali e artificiali! Questi ultimi sono presenti nell'ambiente solo da poche decine di anni, in particolare per le emissioni in radiofrequenza e le microonde, un lasso di tempo assolutamente breve rispetto ai tempi dell'evoluzione biologica di tutta la biosfera, includendo in essa tutti gli organismi viventi (batteri, piante, animali, umani). Buona parte dello spettro elettromagnetico attualmente associato a segnali tecnici di vario tipo, in natura non è occupato da nessuna sorgente naturale! Lo si vede bene strumentalmente, a patto di usare strumenti di misura opportuni, per intenderci non quelli utilizzati per verifiche di legge, caratterizzati generalmente di bassa sensibilità, bensì quelli usati comunemente nell'area di "building biology".

<<I parametri fisici importanti da prendere in considerazione sono la frequenza (Hertz), il livello di potenza (Watt o dBm), la distanza dalla sorgente e la durata dell’esposizione al Cem.>>
Non è così, esistono altri parametri fisici che si è da lungo tempo capito che non si possono trascurare quando si vuole valutare il reale impatto di un segnale tecnico in radiofrequenza su un organismo vivente. Parametri da non trascurare sono l'impulsività del segnale e le sue modulazioni, la polarizzazione delle onde, il campo magnetico statico presente nel punto d'interesse. Per inciso, se si trascura di considerare parametri fisici significativi, nessuna meraviglia che i risultati sperimentali ottenuti in laboratorio non siano poi ripetibili...come accade...

<<Più è elevata la potenza dei Cem, maggiore è la sollecitazione sul corpo umano>>
Ogni organismo umano è molto complesso e basato su una serie di equilibri sofisticati, tale affermazione è troppo semplicistica. In particolare, vi è evidenza di fenomeni non lineari, per cui può non valere un semplice principio proporzionale di dose-risposta nella generalità degli effetti biologici.

<<Il tempo di esposizione ai Cem è un moltiplicatore degli effetti inquinanti, pertanto è indispensabile valutare in modo accurato il livello di esposizione nei luoghi in cui si permane consecutivamente per molte ore.>>
Questo principio generale è vero per quanto emerge nella letteratura scientifica, peccato che non sia riconosciuto nella normativa protezionistica redatta da ICNIRP, su cui si fondano la maggior parte di regimi protezionistici dei vari stati nel mondo, incluso quello italiano per diversi e importanti contesti espositivi.

<<In quest’ottica, la Sima ha redatto un decalogo in cui vengono elencate alcune misure e comportamenti pratici che i cittadini possono decidere di adottare ai fini della riduzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici non ionizzanti. Sima precisa che si tratta solo di consigli, che non si basano assolutamente sulla comprovata pericolosità dei Cem ai livelli che si riscontrano nella vita di tutti i giorni.>>
Notevole la puntualizzazione, ma se i consigli "non si basano assolutamente sulla comprovata pericolosità dei Cem ai livelli che si riscontrano nella vita di tutti i giorni", viene lecito chiedersi, su cosa si basano? Nessun riferimento scientifico è richiamato nella nota e citato dagli autori, a supporto oggettivo della rispondenza dei "consigli" elargiti con tali riferimenti.

Passando ai consigli, solo alcune note:

>>> 1) In caso di eccessivo utilizzo del forno a microonde evitare la permanenza in sua prossimità. <<<
Cosa sarebbe un "uso eccessivo" e "in prossimità"? Per inciso, il livello di perdita di microonde dipende significativamente da molti fattori specifici dell'esemplare di forno, ma questo non viene detto... Inoltre, non è un'esposizione cronica, a differenza di molte altre non citate.

>>> 2) Collocare i babyphone a distanza dal lettino e programmare l’unità bambino sulla funzione di attivazione vocale. <<<
Secondo altre raccomandazioni precauzionali ben note, i babyphone che fanno uso di onde radio andrebbero del tutto evitati. Nulla viene detto sulle maggiori precauzioni che dovrebbero essere usate su donne in gravidanza, neonati, bambini, ragazzi per una serie di importantissime ragioni e anche su altri soggetti, deboli, anziani, malati.

>>> 3) Impiegare le apparecchiature elettriche ed elettroniche alla massima distanza possibile. <<<
Messaggio troppo generico e semplicistico, non si possono accomunare emissioni estremamente diverse di diversi dispositivi.

>>> 4) Evitare di dormire tenendo lo smartphone, magari anche in carica, e altri dispositivi elettronici (radiosveglie, segreteria telefonica, eccetera) poggiati sul comodino vicino a noi. <<<
Siamo d'accordo, ma è sufficiente per attuare un comportamento realmente precauzionale? Le emissioni di smartphone e di radiosveglie sono nettamente diverse tra di loro, ma questo non viene minimamente spiegato...

>>> 5) Non tenere inutilmente accesi, in ambienti domestici di lunga permanenza, apparecchi elettrici ed elettronici. <<<
Messaggio troppo generico e semplicistico, più attinente al tema del risparmio energetico.

>>> 6) Introdurre i bambini all’utilizzo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, incluso i telefoni cellulari, il più tardi possibile. In questo modo si possono ridurre i tempi di esposizione nelle nuove generazioni per le quali l’esposizione inizia in età precoce rispetto alle generazioni precedenti. <<<
Avrebbero dovuto scrivere, invece di "incluso i telefoni cellulari", "soprattutto i telefoni cellulari, smartphone, tablet e similari". I telefoni cellulari e similari non sono assimilabili a generiche "apparecchiature elettriche ed elettroniche"!

>>> 7) Utilizzare i telefoni cellulari in condizioni di alta ricezione del segnale e in zone ad alta copertura dalle reti di telefonia mobile. Preferire chiamate brevi e, in caso di lunghi colloqui, utilizzare auricolari e sistemi viva-voce. Preferire telefoni cellulari di recente generazione che sono caratterizzati da un assorbimento elettromagnetico più basso. <<<
Messaggio obsoleto e incompleto, oramai il telefono cellulare è stato rimpiazzato dallo smartphone, che presenta precise peculiarità nelle emissioni dovute al traffico dati, in molti casi dominanti rispetto alle emissioni dei "semplici" telefoni cellulari!

>>> 8) Limitare l’uso del telefonino, computer portatile e tablet con scheda Wi-Fi attivata all’interno di un’auto in movimento. <<<

>>> 9) Posizionare le antenne dei sistemi Wi-Fi, Bluetooth e reti senza fili in ambienti domestici meno frequentati. Nell’uso del laptop, si consiglia di interrompere la connessione Wi-Fi per evitare che la continua ricerca di una rete generi inutili esposizioni. <<<
Le emissioni delle sorgenti wireless commerciali sono molto variegate e tale messaggio precauzionale non è sufficiente per adottare una reale precauzione nella generalità dei casi.


>>> 10) Progettare la struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro, cosi come delle abitazioni civili, in modo tale da minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici. <<<
Nessun riferimento a istituzioni credibili che negli altri paesi da molti anni promuovono seriamente gli aspetti di "building biology", come IBN o HBELC, per minimizzare l'esposizione a campi elettromagnetici negli ambienti di vita e di lavoro, con particolare riferimento alle esposizioni croniche. Aspetti e tecniche quasi del tutto sconosciute nel nostro paese, paese in cui l'attenzione generale è stata purtroppo da sempre monopolizzata sulla questione del rispetto di valori di attenzione di legge che, nei fatti e alla luce delle evidenze scientifiche attuali, non appaiono cautelativi.


Riferimenti:
[1] Presentazione decalogo elettrosmog, Università di Bari
[2] Il decalogo per ridurre l'elettrosmog a casa e in ufficio, Adn Kronos 20/06/2017




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