Impianti antifurto con sensori a microonde - esposizioni evitabili
Pubblicato da ing. Davide Maria Palio in Tecnologia · Lunedì 05 Feb 2018 · 3:15
Tags: microonde, esposizione, antifurto
Tags: microonde, esposizione, antifurto

I sensori adoperati, tipicamente installati nei diversi locali o nelle vie di transito dell'abitazione o dell'ufficio, funzionano come dei piccoli radar, emettendo periodicamente degli impulsi in radiofrequenza di durata molto breve (decine di microsecondi) e ascoltando variazioni negli echi provocati da eventuali ostacoli in movimento, per la loro rivelazione. Qualcosa di concettualmente simile è installato anche sugli impianti antifurto delle autovetture, con potenze in gioco minori visti i volumi inferiori da controllare. Il collegamento dei componenti dell'impianto antifurto, ad esempio tra centralina e sensori avviene di norma via cavo. Le esposizioni in radiofrequenza riguardano invece i volumi da tenere sotto controllo per motivi di sicurezza.
Quando l'abitazione o l'ufficio è occupato da persone, come durante la normale residenza o il normale orario di lavoro, l'impianto antifurto non invia allarmi di alcun tipo, pur in presenza di movimenti delle persone, per ovvi motivi. In tale situazione di impianto con allarme disarmato, i sensori non hanno alcun motivo per scannerizzare l'ambiente circostante inviando impulsi a microonde, perché così facendo sottoporrebbero gli occupanti a un'esposizione indebita di microonde, esposizione a impulsi a debole potenza (densità di potenza di picco dalle decine alle migliaia di microWatt su metro quadro), ma prolungata nel tempo, e peraltro perfettamente inutile in quanto non serve in tale condizione operativa (allarme disattivo) perlustrare lo spazio d'azione dei sensori presenti.


Ma anche in fase di valutazione del rischio elettromagnetico in ambiente di lavoro, mi è capitato più di una volta di segnalarlo nella mia relazione: il datore di lavoro infatti ha l'obbligo dichiarato di minimizzare le esposizioni a campi elettromagnetici e la riduzione e l'evitamento di tali inutili esposizioni si configura come un'azione di prevenzione e protezione da mettere in atto da parte del responsabile dell'ambiente di lavoro. Purtroppo molti valutatori del rischio elettromagnetico in ambienti di lavoro (tipicamente uffici con stanze o con open space) non prestano attenzione a questo (e a molti altri aspetti).
In Fig. 1 (in alto): tipico sensore a doppia tecnologia.
In Fig. 2 (centrale): impianto disarmato ma con sensori attivi (all'interno di un'aula scolastica)
In Fig. 3 (in basso): andamento temporale tipico del segnale emesso dal sensore radar durante la scansione.
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