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Nuova norma tecnica CEI su Ambienti residenziali e impianti adeguati a persone disabili o con specifiche necessità

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Pubblicato da admin in Ambienti di vita · 1 Febbraio 2017
Tags: norme
E' stata pubblicata lo scorso Dicembre 2016 la norma CEI 64-21 intitolata "Ambienti residenziali -.
Impianti adeguati all'utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità". In essa si citano prescrizioni da applicarsi agli impianti elettrici adeguati all'utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità, nel caso in cui vengano espressamente richieste dal committente.

Tale specifica tecnica affronta importanti temi quale quelli della gestione degli accessi, dell'illuminazione, degli allarmi e dell'assistenza. Le persone con disabilità o con specifiche necessità vengono classificate in nove classi a seconda delle disabilità o necessità: persona di età avanzata, difficoltà motorie, difficoltà nella percezione visiva o uditiva, difficoltà di parlare, difficoltà cognitive.


Le norme CEI sono importanti perché beneficiano del riconoscimento di cui alla legge 168 del 1 Marzo 1968, la quale prescrive che tutti i dispositivi e gli impianti devono essere realizzati e costruiti a regola d'arte e al contempo che tutti gli elementi (dispositivi, impianti, etc.) costruiti secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano sono da considerarsi costruiti a regola d'arte.

Nell'attuale versione della norma, valevole per le tipologie abitative condominiali e mono/plurifamiliari, non si fa cenno ad accorgimenti impiantistici che limitino l'inquinamento elettromagnetico e che non introducano ulteriori sorgenti di elettrosmog. Eppure, almeno alcune tipologie di persone a cui fa riferimento la nuova norma - quali i soggetti anziani, sono più vulnerabili a questo tipo di pressione ambientale.

Inoltre, in nessuna parte del testo della norma si fa riferimento a disabilità che riguardano proprio la sensibilità o l'ipersensibilità elettromagnetica. Ci riferiamo a persone che manifestano sintomi avversi e che dovrebbero evitare l'esposizione cronica anche di debole intensità a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici anche per non aggravare il loro stato di disabilità. E' risaputo che in generale la maggior parte di addetti ai diversi settori dell'ingegneria in generale, specialmente nel nostro paese, ha una cognizione limitata dei rischi correlati all'esposizione a elettrosmog, e con un po' di ricerca e di approccio multidisciplinare questo importante aspetto dovrebbe al più presto essere esplorato dalle istituzioni tecniche del nostro paese.

La norma definisce adattabilità impiantistica proprio "la possibilità di modificare nel tempo le funzionalità abitative avendo già disponibile una rete cablata (esempio: cablaggio strutturato, bus e alimentazione elettrica) e/o una rete senza fili (wireless) che permette di accrescere, in un secondo momento, il numero di funzionalità ed automazioni domestiche." Non è evidentemente ben chiaro quali siano gli impatti delle reti wireless in ambito residenziale.

La ricerca scientifica indipendente documenta una serie di effetti avversi sulla salute e sul livello di benessere dei residenti causati dall'esposizione cronica a deboli campi elettromagnetici derivanti da impianti o apparecchi digitali wireless che con le loro emissioni spesso erratiche e impulsive, seppure sporadiche, deteriorano il clima elettromagnetico della residenza. Non a caso, la stragrande maggioranza di istituti a livello internazionale che si occupano di bioarchitettura, da molti anni mettono al primo posto nelle verifiche e nei piani di bonifica l'aspetto della contaminazione elettromagnetica nell'ambiente di vita. Questo tema dovrebbe essere ancora più sentito nei confronti dei soggetti con disabilità o specifiche necessità, a nostro avviso. Recentemente, le due organizzazioni britanniche EM-Radiation Research Trust & PHIRE [Physicians‟ Health Initiative for Radiation and Environment] hanno pubblicato una nota sui rischi delle tecnologie wireless standard, che contiene una sintesi delle condizioni avverse sulla salute, alla luce dei riscontri scientifici disponibili, e sui rischi causati dall'impatto dell'uso della tecnologia wireless, in particolare in applicazioni che richiedono alta capacità di traffico dati. Si cita un brano tratto dalle conclusioni della nota:

"It is already known that electromagnetic fields can be biologically active. Proper assessment of the potential health and environmental consequences of their widespread use is urgently required. An unchecked proliferation of wireless technologies could create catastrophic results and is highly unwise, particularly given that safer alternatives are available and are already being advocated by the UK Government."

Riferimenti:
[2] Comments on Extending Local Full Fibre Networks: Call for Evidence (pdf).







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