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Correnti nette, queste sconosciute

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Pubblicato da ing. Davide Maria Palio in Ambienti di vita · 25 Novembre 2017
Tags: campomagnetico
Con l'attuale scarsa conoscenza e considerazione, a tutti i livelli nel nostro paese, per l'impatto ambientale delle sorgenti di natura elettrica e magnetica, da parte di medici, tecnici, amministratori pubblici, associazioni ambientaliste e cittadini, non si pone la dovuta attenzione ad anomalie di campo magnetico in bassa frequenza che in vari casi possono interessare gli ambienti di vita.

Spesso la gente è indotta erroneamente a pensare, dalla scarsa e improvvisata informazione disponibile al pubblico, che in assenza di vistosi manufatti quali cabine elettriche o elettrodotti in prossimità all'ambiente di vita, tali anomalie non possano essere presenti.

Il fenomeno delle correnti nette è ben conosciuto da tutti i colleghi operanti in ambito di bau biologie all'estero da molti anni e origina da peculiarità impiantistiche delle reti di distribuzione elettrica in bassa tensione o da circuiti utlizzatori pubblici o privati. La loro presenza può facilmente comportare esposizioni a campo magnetico in bassa frequenza su un arco settimanale con medie dell'ordine di centinaia di nanoTesla e massimi di alcuni microTesla.

E' quello che ho potuto osservare in un paese del Piemonte in cui mi sono recato la scorsa settimana per verificare l'ambiente di vita di un soggetto che si ritiene elettrosensibile. In presenza di questo fenomeno di natura elettrica, le correnti nette possono interessare strutture estranee alla rete elettrica, che offrono un cammino a bassa resistenza elettrica. Nel caso esaminato, viene interessata una conduttura in ghisa interrata della locale rete del gas nella stradella in cui si affaccia l'ambiente di vita, come si è potuto confermare per via strumentale.

Oltre all'esposizione cronica anomala che può creare o aggravare la sindrome dell'elettrosensibilità nei soggetti coinvolti, occorre appena ricordare che diversi studi epidemiologici condotti principalmente su popolazioni residenti in prossimità di elettrodotti, hanno evidenziato un incremento del rischio di insorgenza di alcuni tipi di neoplasie - ed in particolare di leucemie infantili - correlabile ad esposizioni croniche ai campi magnetici a 50 Hz.  In base a tali studi, l’incremento di rischio si verifica per esposizioni a campi magnetici superiori alla soglia di 0,3 - 0,4 microTesla. Per tale motivo l'agenzia francese IARC ha classificato l'esposizione a campo magnetico in bassa frequenza un agente 2B (possibilmente cancerogeno) sin dal 2001.









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